Una rappresentazione della bellezza. Un viaggio dentro le emozioni di stoffa e le armonie sartoriali del passato. Uno sguardo nel tempo e nelle storie dell’abito femminile.
L’abito da sposa racconta. Dal 1800 ad oggi.
L'Ottocento
Molte di voi potrebbero rimanere deluse e sorprese nell’apprendere che durante tutto l’800 era prassi abituale, per la classe media, scegliere l’abito da sposa fra diversi colori: blu, rosa, verde, marrone ed anche nero. I motivi erano di natura squisitamente pratica ed economica: l’abito poteva essere riutilizzato in altre occasioni importanti e in più – dettaglio non trascurabile per l’epoca – il colore scuro “teneva lo sporco”, evitando così di dover ricorrere alla tintoria i cui costi potevano essere sostenuti soltanto dalle classi più ricche. Basti pensare ad un particolare: l’orlo dei vestiti, che strusciava a terra, in casa, come all’esterno, in strada e nei giardini.
L’abito da sposa come abito bianco comincia a fare la sua prima comparsa verso la fine dell’800, ma solo fra le classi più agiate della società: bianco è l’abito di nozze della Regina Vittoria - un’autentica sorpresa - quando sposa nel 1840 il cugino Alberto di Sassonia. Novità molto gradita, considerato che da lì a poco le signore delle classi abbienti, sia in Europa che in America, cominceranno ad indossare abiti da sposa color avorio o bianchi.
Ma l’800 è un’epoca lunga, che passerà dalle leggerezze spumose dello stile Impero, alla ricchezza ed alle ampiezze del romanticismo, fino a lasciar spazio, a fine secolo, alla sinuosità del corpo femminile, dalla tipica forma ad “S”.
Dalla metà dell’800, tramontato lo stile Impero, le cinture si abbassano e toccano il punto vita da cui partono ampie gonne, sostenute da crinoline impreziosite da pizzi. Balze, ruches e plissè arricchiscono gli abiti delle signore del tempo. Il vestito da sposa comincia a vivere di vita propria, assumendo una sua identità stilistica legata all’unicità delle nozze: fanno la loro prima apparizione i figurini che illustrano la “moda sposa”. Il bianco comincia a diventare – ma solo per i ricchi - il colore dell’abito nuziale. Le acconciature “romantiche” sono semplici: una corona di fiori ferma sulla nuca un velo di tulle leggerissimo.
L’abito da sposa racconta. Dal 1800 ad oggi.
Foto: Nabis e Federica Musmeci di Fine Art Wedding
Agenzia Modelle: YourWayManagement di Emanuela Corsello
L'Abito da sposa racconta. Storia e Sfilata. (Foto Nabis) |
L'Ottocento
Molte di voi potrebbero rimanere deluse e sorprese nell’apprendere che durante tutto l’800 era prassi abituale, per la classe media, scegliere l’abito da sposa fra diversi colori: blu, rosa, verde, marrone ed anche nero. I motivi erano di natura squisitamente pratica ed economica: l’abito poteva essere riutilizzato in altre occasioni importanti e in più – dettaglio non trascurabile per l’epoca – il colore scuro “teneva lo sporco”, evitando così di dover ricorrere alla tintoria i cui costi potevano essere sostenuti soltanto dalle classi più ricche. Basti pensare ad un particolare: l’orlo dei vestiti, che strusciava a terra, in casa, come all’esterno, in strada e nei giardini.
L’abito da sposa come abito bianco comincia a fare la sua prima comparsa verso la fine dell’800, ma solo fra le classi più agiate della società: bianco è l’abito di nozze della Regina Vittoria - un’autentica sorpresa - quando sposa nel 1840 il cugino Alberto di Sassonia. Novità molto gradita, considerato che da lì a poco le signore delle classi abbienti, sia in Europa che in America, cominceranno ad indossare abiti da sposa color avorio o bianchi.
Ma l’800 è un’epoca lunga, che passerà dalle leggerezze spumose dello stile Impero, alla ricchezza ed alle ampiezze del romanticismo, fino a lasciar spazio, a fine secolo, alla sinuosità del corpo femminile, dalla tipica forma ad “S”.
Il 1800 inizia con una moda ispirata all’abbigliamento di epoca romana: lo stile Impero, appunto. Velluti e broccati, gabbie e panier di sostegno – tipiche del ‘700 - lasciano il posto a tessuti leggeri – come il cotone e le mussole – che fluttuano lievi nell’aria ad ogni passo.
L’abito femminile è lungo fino alle caviglie, stretto sotto il seno da una cintura o da una sciarpa e scende a terra con una linea morbida e drappeggiata. Le scollature sono ampie e quadrate, le braccia sono nude mentre le spalle sono racchiuse in una corta manica a palloncino. Prevalgono le tinte pastello ed il bianco che conferisce alle donne l’aspetto marmoreo delle antiche statue classiche. Abito da sposa 1810. Costume designer Enrica Biscossi (Foto Nabis) |
Dalla metà dell’800, tramontato lo stile Impero, le cinture si abbassano e toccano il punto vita da cui partono ampie gonne, sostenute da crinoline impreziosite da pizzi. Balze, ruches e plissè arricchiscono gli abiti delle signore del tempo. Il vestito da sposa comincia a vivere di vita propria, assumendo una sua identità stilistica legata all’unicità delle nozze: fanno la loro prima apparizione i figurini che illustrano la “moda sposa”. Il bianco comincia a diventare – ma solo per i ricchi - il colore dell’abito nuziale. Le acconciature “romantiche” sono semplici: una corona di fiori ferma sulla nuca un velo di tulle leggerissimo.
(Foto Nabis) |
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