La Bianca Storia dell'Abito da Sposa è l'articolo di Yes wedding planner apparso sull'ultimo numero di Woman & Bride che ripercorre, attraverso i passaggi chiave più importanti, la storia dell'Abito femminile per eccellenza, l'Abito Bianco, l'Abito da Sposa. Ho scritto il pezzo con grande passione, cercando di scovare per le lettrici le particolarità e le curiosità meno note della storia del vestito da sposa, lanciando al contempo l'idea - ardita e innovativa - di valorizzare ed impreziosire il ricevimento di nozze con una sfilata di abiti da sposa d'epoca in cui l'ultima a sfilare in passerella è la protagonista del giorno: la sposa!
Un'esperienza entusiasmante lanciata nel corso del matrimonio di Claudio e Tiziana, il 6 maggio del 2010.
Un autentico successo, con gli invitati estasiati dalla bellezza e dalla novità dell'iniziativa.
Yes wedding planner: la bellezza del sentire, del pensare, del creare.
Priscilla Costantini
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Otto abiti per otto epoche. Uno sguardo nel tempo e nelle storie dell’abito femminile. L’abito bianco, l’abito da sposa. Disegnati dalla costume designer Enrica Biscossi, gli otto abiti da sposa d’epoca rappresentano un’idea esclusiva di Yes wedding planner per un matrimonio di classe, inteso anche come possibilità di realizzare “l’evento nell’evento” – una sfilata d’abiti d’epoca o una mostra – per impreziosire, in modo originale, il ricevimento di nozze. www.yeseventi.it
Metà ‘800
Lo stile Impero è definitivamente tramontato. Le cinture, da sotto il seno, si abbassano al punto vita da cui partono ampie gonne sostenute da crinoline impreziosite da pizzi. Balze, ruches e plissè arricchiscono gli abiti delle signore del tempo. Molti di voi potrebbero rimanere delusi o sorpresi nell’apprendere che durante tutto l’800 era prassi abituale, per la classe media, scegliere l’abito da sposa fra diversi colori: blu, rosa, verde, marrone ed anche nero. Il motivo? Di natura squisitamente pratica ed economica: l’abito poteva essere riutilizzato in altre occasioni importanti e inoltre, in quanto scuro, “teneva lo sporco”, dettaglio non trascurabile per l’epoca considerati gli alti costi della tintoria, sostenibili soltanto dalle classi più agiate. L’abito da sposa come abito bianco comincia a fare la sua prima comparsa verso la fine dell’800, ma solo fra le classi più agiate della società. A lanciare la moda sarà la Regina Vittoria. Bianco è l’abito delle sue nozze con il cugino Alberto di Sassonia nel 1840. Un’autentica sorpresa. Le signore delle classi abbienti gradiranno e la imiteranno. Potersi permettere un abito chiaro che si rovina facilmente è sinonimo di agiatezza. Il bianco diventerà infatti un colore status symbol.
1900
1920
In quello che sarà intitolato il “decennio della perdizione” – 1920/1930 - il mondo della moda femminile è attraversato da una vera e propria rivoluzione. Le linee si semplificano e si ammorbidiscono. La silhouette si verticalizza, il petto si appiattisce, la vita si abbassa sui fianchi, gli orli si accorciano vistosamente.
I tessuti si arricchiscono di ricami, frange di perle o piume e anche le acconciature diventano più corte. E la moda Sposa? Le ispirazioni vengono da Parigi. Motore del cambiamento sarà Chanel che ufficialmente introdurrà l’abito da sposa corto, al ginocchio, e bianco. La testa è ornata da un copricapo a cloche oppure da un velo lunghissimo di tulle di seta o di pizzo. Per realizzare un abito da sposa, sarà sufficiente poco più di un metro di stoffa.
1930
Anche gli anni trenta si aprono con una innovazione: lo sbieco di Madeleine Vionnet che ridarà grande sensualità al corpo femminile. Le gonne si allungano, sono strette e fascianti: nasce lo stile a “sirena” che renderà necessario l’uso della guaina a scopo “contenitivo”. L’abito da sposa è bianco. Il velo, più corto rispetto agli anni ’20, è tenuto sul capo da diademi e perle intrecciate. Nel 1934, per il suo matrimonio con il Duca di Kent, sarà la principessa Marina di Grecia a lanciare il nuovo look: il suo abito è a guaina di lamé bianco e argento, con lunghe maniche aderenti, e un lungo strascico.
1940
Gli anni ’40 segnano l’inizio in Europa della Seconda Guerra Mondiale. Mentre in America nasce il grande cinema di Hollywood che avrà nella “diva” la sua nuova icona, nel vecchio continente le donne, abbandonati i fornelli domestici, sono chiamate a rimpiazzare i propri uomini impegnati al fronte. Anche la moda è più austera ed essenziale. Gli abiti si semplificano nel disegno, i tessuti sono più resistenti e il tailleur diventerà la mise simbolo dell’epoca. La moda Sposa si adegua al nuovo corso. Il matrimonio tradizionale è un sogno lontano al quale molte rinunceranno. Alcune spose si arrangeranno a confezionare semplici abiti bianchi o dai colori pastello, economizzando al massimo sull’utilizzo dei tessuti, altre il vestito lo noleggeranno o se lo faranno prestare in famiglia.
1950
La guerra è ormai alle spalle. La voglia di rinascere dopo gli anni bui del secondo conflitto mondiale pervade di ottimismo un’intera generazione. Nella moda Chistian Dior lancia il New Look.
Le linee severe del decennio precedente lasciano il posto ad un’immagine femminile dalla silhouette più morbida e seducente: il seno è alto, messo in risalto dallo stringivita (versione moderna del vecchio busto), la vita sottile, le gonne ampie e arricchite da vaporose sottogonne. La scollatura, generosa, lascia intravedere le spalle. Torna la prosperità e l’abbondanza delle stoffe. La Sposa torna ad essere romantica, con bustini stretti, gonne ricche - realizzate anche con mussola di lino, marquisette e sangallo - che lasciano scoperte le caviglie su tacchi a spillo.
1968/70
Gli anni del boom economico e demografico – i favolosi anni ’60 – segnano nella moda il ritorno alla semplicità. L’avvento del femminismo e la rivoluzione sessuale cambieranno radicalmente il concetto di matrimonio: la donna è in corsa per l’emancipazione in privato come nel lavoro. La minigonna, lanciata nel ’68 da Mary Quant, dominerà tutta la moda degli anni ’70. L’abito da sposa – come tutto lo stile del periodo – prediligerà tagli geometrici e il bianco non sarà più il suo unico colore. Si sperimenteranno nuovi tessuti lucidi e stretch; gli orli si accorceranno ed il cappello rappresenterà una valida alternativa al classico velo.
Un'esperienza entusiasmante lanciata nel corso del matrimonio di Claudio e Tiziana, il 6 maggio del 2010.
Un autentico successo, con gli invitati estasiati dalla bellezza e dalla novità dell'iniziativa.
Yes wedding planner: la bellezza del sentire, del pensare, del creare.
Priscilla Costantini
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(PH: Priscilla Costantini)
(PH: Nabis Studio Fotografico)
LA “BIANCA” STORIA DELL’ABITO DA SPOSA
L’ABITO DA SPOSA SI RACCONTA. DUE SECOLI DI SEDUZIONI AL FEMMINILE IN PUNTA DI TULLEOtto abiti per otto epoche. Uno sguardo nel tempo e nelle storie dell’abito femminile. L’abito bianco, l’abito da sposa. Disegnati dalla costume designer Enrica Biscossi, gli otto abiti da sposa d’epoca rappresentano un’idea esclusiva di Yes wedding planner per un matrimonio di classe, inteso anche come possibilità di realizzare “l’evento nell’evento” – una sfilata d’abiti d’epoca o una mostra – per impreziosire, in modo originale, il ricevimento di nozze. www.yeseventi.it
Lo stile Impero è definitivamente tramontato. Le cinture, da sotto il seno, si abbassano al punto vita da cui partono ampie gonne sostenute da crinoline impreziosite da pizzi. Balze, ruches e plissè arricchiscono gli abiti delle signore del tempo. Molti di voi potrebbero rimanere delusi o sorpresi nell’apprendere che durante tutto l’800 era prassi abituale, per la classe media, scegliere l’abito da sposa fra diversi colori: blu, rosa, verde, marrone ed anche nero. Il motivo? Di natura squisitamente pratica ed economica: l’abito poteva essere riutilizzato in altre occasioni importanti e inoltre, in quanto scuro, “teneva lo sporco”, dettaglio non trascurabile per l’epoca considerati gli alti costi della tintoria, sostenibili soltanto dalle classi più agiate. L’abito da sposa come abito bianco comincia a fare la sua prima comparsa verso la fine dell’800, ma solo fra le classi più agiate della società. A lanciare la moda sarà la Regina Vittoria. Bianco è l’abito delle sue nozze con il cugino Alberto di Sassonia nel 1840. Un’autentica sorpresa. Le signore delle classi abbienti gradiranno e la imiteranno. Potersi permettere un abito chiaro che si rovina facilmente è sinonimo di agiatezza. Il bianco diventerà infatti un colore status symbol.
1900
Il novecento si apre con l’epoca della “Belle Epoque”. La moda segue gli sfarzosi ritmi dei balli e dei pranzi di gala. Paul Poiret sarà lo stilista del momento. La donna indossa abiti che rendono omaggio alla sua femminilità. Le fogge e gli ornamenti si semplificano, nasce la tipica postura a “S”: seno in avanti e bacino infuori. La gonna si allunga a strascico, la scollatura è ricca di merletti. I capelli sono raccolti. Tessuti e forme dell’abito da sposa sono gli stessi dell’abito da sera e per confezionarlo occorrono 10 metri di stoffa.
Da questo momento in poi l’abito di nozze e la metratura di stoffa necessaria per la sua fattura rappresenteranno la condizione sociale della sposa. Fanno la loro prima apparizione i figurini della “moda sposa”. Il bianco diventerà il colore dell’abito nuziale, ma ancora solo per i ricchi.
1920
In quello che sarà intitolato il “decennio della perdizione” – 1920/1930 - il mondo della moda femminile è attraversato da una vera e propria rivoluzione. Le linee si semplificano e si ammorbidiscono. La silhouette si verticalizza, il petto si appiattisce, la vita si abbassa sui fianchi, gli orli si accorciano vistosamente.
I tessuti si arricchiscono di ricami, frange di perle o piume e anche le acconciature diventano più corte. E la moda Sposa? Le ispirazioni vengono da Parigi. Motore del cambiamento sarà Chanel che ufficialmente introdurrà l’abito da sposa corto, al ginocchio, e bianco. La testa è ornata da un copricapo a cloche oppure da un velo lunghissimo di tulle di seta o di pizzo. Per realizzare un abito da sposa, sarà sufficiente poco più di un metro di stoffa.
1930
Anche gli anni trenta si aprono con una innovazione: lo sbieco di Madeleine Vionnet che ridarà grande sensualità al corpo femminile. Le gonne si allungano, sono strette e fascianti: nasce lo stile a “sirena” che renderà necessario l’uso della guaina a scopo “contenitivo”. L’abito da sposa è bianco. Il velo, più corto rispetto agli anni ’20, è tenuto sul capo da diademi e perle intrecciate. Nel 1934, per il suo matrimonio con il Duca di Kent, sarà la principessa Marina di Grecia a lanciare il nuovo look: il suo abito è a guaina di lamé bianco e argento, con lunghe maniche aderenti, e un lungo strascico.
1940
Gli anni ’40 segnano l’inizio in Europa della Seconda Guerra Mondiale. Mentre in America nasce il grande cinema di Hollywood che avrà nella “diva” la sua nuova icona, nel vecchio continente le donne, abbandonati i fornelli domestici, sono chiamate a rimpiazzare i propri uomini impegnati al fronte. Anche la moda è più austera ed essenziale. Gli abiti si semplificano nel disegno, i tessuti sono più resistenti e il tailleur diventerà la mise simbolo dell’epoca. La moda Sposa si adegua al nuovo corso. Il matrimonio tradizionale è un sogno lontano al quale molte rinunceranno. Alcune spose si arrangeranno a confezionare semplici abiti bianchi o dai colori pastello, economizzando al massimo sull’utilizzo dei tessuti, altre il vestito lo noleggeranno o se lo faranno prestare in famiglia.
1950
La guerra è ormai alle spalle. La voglia di rinascere dopo gli anni bui del secondo conflitto mondiale pervade di ottimismo un’intera generazione. Nella moda Chistian Dior lancia il New Look.
Le linee severe del decennio precedente lasciano il posto ad un’immagine femminile dalla silhouette più morbida e seducente: il seno è alto, messo in risalto dallo stringivita (versione moderna del vecchio busto), la vita sottile, le gonne ampie e arricchite da vaporose sottogonne. La scollatura, generosa, lascia intravedere le spalle. Torna la prosperità e l’abbondanza delle stoffe. La Sposa torna ad essere romantica, con bustini stretti, gonne ricche - realizzate anche con mussola di lino, marquisette e sangallo - che lasciano scoperte le caviglie su tacchi a spillo.
1968/70
Gli anni del boom economico e demografico – i favolosi anni ’60 – segnano nella moda il ritorno alla semplicità. L’avvento del femminismo e la rivoluzione sessuale cambieranno radicalmente il concetto di matrimonio: la donna è in corsa per l’emancipazione in privato come nel lavoro. La minigonna, lanciata nel ’68 da Mary Quant, dominerà tutta la moda degli anni ’70. L’abito da sposa – come tutto lo stile del periodo – prediligerà tagli geometrici e il bianco non sarà più il suo unico colore. Si sperimenteranno nuovi tessuti lucidi e stretch; gli orli si accorceranno ed il cappello rappresenterà una valida alternativa al classico velo.
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